I numeri sono in continuo aggiornamento, ma una fotografia attendibile a ridosso del 15 ottobre si può scattare, arrotondando un po'. In Italia restano poco più di 8 milioni le persone, con età superiore ai 12 anni, che non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino o che non hanno una guarigione da Covid negli ultimi mesi. Di queste non tutte sono in età lavorativa evidentemente e non tutte le persone in età lavorativa sono, ahinoi, effettivamente occupate. Andiamo per sottrazione quindi, dagli 8 milioni va tolto chi non ha l'età per lavorare, chi lavora comunque ancora da casa o è un lavoratore autonomo, chi un lavoro non ce l'ha, per l'ISTAT il tasso di occupazione nella fascia tra 20 e 64 anni è del 62,9%. Sono quindi circa 3 milioni gli occupati privi di Pass, che per ottenerlo dovranno quindi sottoporsi a tampone. Quello molecolare ha validità 72 ore, ce ne vorrebbero due a settimana, ma costa molto e l'esito richiede più ore. Quello antigenico rapido dura solo 48 ore, ce ne vorrebbe un terzo per il venerdì, a meno che il Governo non ne allunghi la validità. Facciamo il conto su tre: quanto costa? Col Decreto del 6 agosto, che ha introdotto il Certificato, sono stati fissati i prezzi calmierati per le farmacie che aderiscono al Protocollo d'Intesa: 15 euro per il test rapido. In media servirebbero fino a 12 test al mese, per una spesa totale di 180 euro. E se, come chiedono alcune forze politiche, fosse lo Stato a farsi carico dei costi? 180 euro al mese per circa 3 milioni di tamponi, danno una cifra superiore a 500 milioni di euro, ma il Governo ha ribadito più volte la ferrea volontà di non dare tamponi gratis, per incoraggiare invece la corsa al vaccino. Stessa cifra, ricadrebbe naturalmente sulle imprese se, come deciso da alcune per questo primo periodo, decidessero di accollarsi il costo del test.