Guerra in Ucraina, Renault lascia la Russia

16 mag 2022
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La guerra in Ucraina era iniziata da un mese quando Volodymyr Zelensky, a marzo, aveva accusato Renault e altri gruppi francesi di continuare a fare affari con Vladimir Putin. Sono passati quasi due mesi e adesso il colosso dell'auto posseduto al 15% dallo stato francese ha deciso: cederà le sue attività in Russia a un'azienda pubblica di Mosca. Un'uscita di scena dovuta alla pressione politica e all'effetto delle sanzioni occidentali che hanno creato difficoltà nelle forniture di materiali e componenti, tanto che la produzione nelle scorse settimane si era dovuta interrompere. Renault cederà quindi al governo russo la sua partecipazione, quasi il 68%, in AvtoVAZ che ha il suo fulcro nel grande stabilimento alle porte di Mosca dove si producono 95 mila auto tra i quali non solo noti modelli col marchio della losanga ma anche Dacia, Nissan e Lada. Il colosso transalpino si aggiunge così nel modo più radicale al lungo elenco di oltre 400 società che si sono ritirate dopo l'invasione del 24 febbraio, rinunciando ad attività e soldi investiti. Con questa operazione si stima che il gruppo, guidato da Luca De Meo, perderà il 10% del suo fatturato mentre la stessa azienda ha messo in preventivo costi per oltre €2 miliardi. La Russia, dove sono impiegate 45 mila persone, rappresenta per Renault il secondo mercato al mondo con mezzo milione di veicoli venduti l'anno scorso. Non si tratta comunque di un addio definitivo. Il gigante delle quattro ruote si è lasciato una porta aperta: la possibilità di riacquistare le attività in Russia entro sei anni.

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