Dentro la lampadina smart, quella che si accende con lo smartphone, fuori il lettore di e-book, forse perché gli italiani leggono pochi libri o forse perché preferiscono la vecchia carta per i romanzi. Fatto sta che questi sono due dei prodotti che l'Istat inserisce ed estromette nell'aggiornare il suo paniere, cioè l'insieme di beni e servizi utilizzato per calcolare il costo della vita. Oltre 1900 voci che rappresentano le spese più diffuse tra le quali l'ufficio di statistica introduce quest'anno anche il deumidificatore e il purificatore per l'aria di casa, il pasto all you can eat, mangi quanto vuoi a prezzo fisso, ma anche i corsi di calcetto, padel e tennis, che grazie all'onda dei recenti trionfi italiani, vive una rinascita. Oltre al libro digitale, pochissime le fuoriuscite, vanno via anche il taglia capelli e il taglia barba elettrico e i dispositivi elettronici per monitorare la salute. Un'importante novità riguarda gas e luce. Con la fine delle tariffe stabilite dallo Stato per quasi tutti gli italiani, l'Istat darà più peso a quelle decise dal libero mercato. Segno anche questo di consuetudini che cambiano. Dal calamaio per l'inchiostro alla videocassetta, molti prodotti nel tempo non sono stati più considerati mentre alcuni, come il latte e lo zucchero, ci sono da sempre. Il paniere rappresenta da oltre 90 anni uno specchio delle abitudini degli italiani a calcolare a che velocità va l'inflazione, che a gennaio ha segnato un leggero aumento allo 0,8%, livello decisamente più basso rispetto al resto dell'eurozona, ma con il nostro carrello della spesa, cioè prodotti alimentari e per la casa a quote molto più alte.