Iran, da Stretto di Hormuz passa il 30% del petrolio globale

18 apr 2024
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Si è sempre detto che il prezzo del petrolio potrebbe schizzare verso l'alto se ci fosse un'escalation tra produttori di greggio appunto nel Medio Oriente. Siamo arrivati a quel punto in realtà e il prezzo del petrolio ancora non si è mosso e infatti gli impatti economici rimangono limitati, molto più limitati degli impatti umani, che abbiamo visto dal 7 ottobre in poi. Cosa stiamo guardando? Vediamo il costo di trasportare un container dalla Cina all'Europa e a ritroso attraverso il Mar Rosso, vedete, si è raggiunto sì un un picco a gennaio ma ora siamo in calo, tanto che Banca d'Italia rassicura. Nello scenario peggiore possibile in cui i prezzi appunto di trasporto di container si stabilizzassero su livelli ancora superiori rispetto ai massimi che abbiamo visto, l'inflazione crescerebbe al massimo di 0,3 punti percentuali, quasi non ce ne accorgeremmo e quindi per adesso possiamo dire che in realtà gli impatti economici sono limitati ma forse perché stiamo guardando allo stretto sbagliato. Noi ci siamo concentrati sullo Stretto di Bab El-Mandeb tra Yemen e Gibuti, dove c'è anche appunto la flotta europea che per adesso ha visto un calo dei traffici del 62% ma con un impatto appunto economico, dicevamo, limitato ma guardiamo più a nord, guardiamo allo stretto di Hormuz, quindi tra Oman e lo stesso Iran perché da lì, attenzione, passa il 30% del petrolio a livello globale e il 20% di gas ovviamente liquefatto a livello appunto globale, attenzione quindi perché se quello stretto dovesse fermarsi sarebbero dolori per tutti, soprattutto in realtà per India e Cina che sono i principali beneficiari dei flussi di petrolio dall'Arabia Saudita, dall'Iran stesso, dall'Iraq, dal Kuwait, dal Qatar, dal Bahrain, però anche per Europa e Usa e poi essendo i mercati globali l'impatto sul prezzo sarebbe per tutti. Qua vediamo appunto il prezzo del petrolio. Cosa succederebbe se lo Stretto di Hormuz si chiudesse? Beh questo sarebbe appunto lo schizzo verso l'alto, picco verso l'alto, 120-130 dollari al barile. Lo stesso possiamo dire sul gas, anzi peggio, gas liquefatto. Guardate cosa potrebbe succedere secondo un'agenzia di consulenza energetica, 100 dollari. Attenzione anche per l'Italia, perché l'Italia dipende dal Golfo Persico per il 20% dei suoi approvvigionamenti di petrolio, il 10% di gas liquefatto, quindi quello potrebbe essere davvero ciò che può far schizzare verso l'alto i prezzi energetici. Rimane per adesso uno scenario poco probabile, nonostante le minacce iraniane. Sabato scorso ne abbiamo parlato poco perché poi sono partiti i missili ma l'Iran ha sabotato e preso in ostaggio una nave commerciale che passava proprio per quelle acque e va detto che l'Iran stesso dipende per il 70% dei suoi incassi fiscali proprio dal petrolio, quindi farebbe molta fatica a chiudere quello stretto di mare perché, sostanzialmente, non potrebbe più vendere nemmeno il suo stesso petrolio e su quell'area ci sono interessi americani, europei, arabi, abbiamo visto cinesi, quindi rimane uno scenario poco probabile ma sarebbe davvero un armageddon energetico.

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