Misure per circa 30 miliardi di cui 23,4 in deficit. La Legge di Bilancio 2022 si presenta all'esame del Parlamento con i 185 articoli del testo varato dal Consiglio dei Ministri: taglio delle tasse, stretta sul Reddito di Cittadinanza, regime transitorio per le pensioni, tra le misure principali. Proprio sulle pensioni c'era l'ultimo e maggiore scoglio politico da superare. Si conferma il ritorno al sistema contributivo e solo per il 2022 si potrà accedere all'assegno con Quota 102 cioè 64 anni e 38 di contributi. Viene poi istituito un fondo, da 200 milioni l'anno per 3 anni, per favorire l'uscita anticipata dei dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, sempre con almeno 62 anni. Si amplia poi l'elenco delle attività che rientrano nell'Ape sociale: l'anticipo pensionistico per i lavori più gravosi e si rafforza l'Opzione donna. Gli ammortizzatori sociali vengono estesi alle imprese sotto i cinque dipendenti attualmente scoperte dalla Cassa Integrazione. Altro capitolo centrale il taglio delle tasse: 8 miliardi per ridurre l'IRPEF e il cuneo fiscale sui redditi da lavoro. Per il Governo l'alleggerimento vale 12 miliardi contando anche i 2 miliardi destinati a ridurre le bollette di luce e gas e altri incentivi per le imprese. "Portiamo a 8 miliardi il fondo per l'avvio della Riforma Fiscale, non definiamo oggi le modalità del taglio da portare alle imposte ma definiamo le finalità principali che sono il taglio dell'IRPEF e dell'IRAP. Nelle prossime settimane ascolteremo le parti sociali e proporremo un emendamento governativo alla manovra che definisca le modalità di utilizzo di questi 8 miliardi". Oltre un miliardo per la proroga di alcuni bonus, in primis il Superbonus edilizio 110% fino al 2023, poi scatta una graduale riduzione della percentuale di rimborso. Un miliardo in più per pareggiare gli stanziamenti di quest'anno destinato al Reddito di Cittadinanza che viene rimodulato. Stretta sui controlli, nuovi meccanismi per favorire la ricerca di lavoro, décalage col passare dei mesi, da dettagliare in Parlamento, fino alla perdita del beneficio al secondo rifiuto.