Se cadesse l'alleanza gialloverde, potrebbe essere necessario andare al voto e in questo caso i tempi per trovare una nuova maggioranza, quindi formare un altro esecutivo, sarebbero così stretti da rendere complicato approvare una manovra che, anche non tenendo conto del taglio delle tasse promesso da Lega e 5 Stelle, potrebbe superare i 30 miliardi. A meno che non si decida di lasciare aumentare l'IVA. L'imposta sui consumi crescerà automaticamente da gennaio se non si farà nulla. L'effetto sarebbe un generalizzato aumento dei prezzi che peserebbe per oltre 500 euro all'anno per famiglia, ma non c'è solo questo aspetto. L'iter della legge di bilancio è già fissato. Entro fine settembre va presentato l'aggiornamento del documento di economia e finanza, dove si traccia la cornice entro la quale scrivere la manovra. Il 15 ottobre, poi, va inviata all'Europa l'ossatura della manovra, cioè il documento programmatico di bilancio. Cinque giorni dopo la bozza della finanziaria deve approdare in Parlamento. Si può chiedere a Bruxelles un rinvio, ma questo renderebbe più complicata una contrattazione con l'Unione che appare quasi certa. Oltretutto con l'Europa abbiamo già preso impegni, non solo per quest'anno, ma anche per il prossimo, ottenendo in cambio lo stop alla minacciata procedura di infrazione. La credibilità del nostro Paese senza un Governo che tenga le redini potrebbe quindi risentirne, a maggior ragione se non si riuscisse ad approvare la finanziaria entro il termine ultimo di fine dicembre. In questo caso bisognerebbe fare una manovra meramente tecnica, il cosiddetto esercizio provvisorio, un'eventualità che il Quirinale vuole evitare e che non verrebbe di certo vista di buon occhio dai mercati.