Per pagare i costi sanitari legati all'emergenza Covid l'Italia ha due strade: o chiede i soldi ai mercati emettendo titoli di stato oppure li chiede all'Europa tramite il Meccanismo Europeo di Stabilità, il tanto discusso MES, che a sua volta di raccoglie sui mercati, ma a tassi molto più convenienti dei nostri perché gode di un giudizio migliore da parte degli investitori. In entrambi i casi si tratta di prestiti che vanno restituiti, quello che cambia è il peso degli interessi. Poniamo che l'Italia decida di non ricorrere al MES, che potrebbe prestarci fino a 36 miliardi; va sul mercato ed emette titoli di stato decennali. I BTP a 10 anni oggi ci costano un po' più dell'1,4%, che su un prestito da 36 miliardi si traduce in oltre mezzo miliardo di interessi all'anno, 5 miliardi in 10 anni. Se li chiediamo al MES invece per quegli stessi 36 miliardi pagheremmo meno dello 0,1%, cioè meno di 30 milioni di interessi all'anno. Rivolgerci al MES, insomma, ci farebbe risparmiare circa mezzo miliardo all'anno. A essere precisi, il risparmio è però inferiore. Oggi infatti la BCE sta comprando titoli di stato italiani e su questi non ci fa pagare gli interessi, ma questo effetto è difficile da quantificare. Facendo un calcolo approssimativo, il prestito del MES rispetto a quello chiesto sul mercato comporterebbe comunque alcune centinaia di milioni l'anno di minore spesa per lo Stato. Se i titoli di stato fossero settennali, il tasso di interesse, chiedendo i soldi al MES, sarebbe addirittura negativo, mentre all'ultima asta sui BTP a 7 anni gli investitori ci hanno chiesto l'1,1%. In soldoni, più uno Stato paga quando emette titoli di stato e più il MES risulta conveniente in termini di risparmio sugli interessi. In Europa al momento ci sono 11 Paesi che avrebbero un risparmio rivolgendosi al MES invece che ai mercati e l'Italia è uno di quelli che risparmierebbero di più, secondi solo alla Grecia sui titoli decennali.