Sì questa, per ora, è l'unica informazione che abbiamo, che il Ministero delle Infrastrutture ci sta lavorando, perché non abbiamo un testo, non è stato pubblicato, staremo a vedere se arriverà come emendamento a un decreto o sarà un decreto di per sé. Parliamo di un condono, per quanto piccolo, ma si tratta di un condono che dovrebbe andare a sanare le piccole difformità, le piccole irregolarità che ci possono essere all'interno delle abitazioni. Abbiamo fatto degli esempi: un muro interno che è stato costruito senza darne comunicazione al comune, una finestra che è stata aperta su un muro esterno, anche qua senza darne comunicazione, oppure degli interventi un po' più importanti come costruire un soppalco senza chiedere un'autorizzazione, una tettoia, insomma, degli interventi per cui in effetti serviva un'autorizzazione che non c'è stata. Altro caso è la cosiddetta doppia conformità che sì, sembrerebbe si vorrebbe andare a limitare, ad allentare. Cosa vuol dire? È il principio per cui se una cosa in passato non era permessa, mentre oggi lo è, non è comunque in qualche modo agevolabile, non si può comunque sanare la situazione. Abbiamo fatto il caso: costruzione della tettoia dove non era permessa, le regole poi del piano urbanistico comunale cambiano e viene eliminato questo vincolo, nonostante ciò la tettoia oggi non sarebbe comunque sanabile. Questo si vorrebbe cambiare e dare la possibilità, invece, di sbloccare questi lavori fatti in passato e che possono limitare le vendite degli immobili. Poi, ancora, avere una maggiore tolleranza sulle variazioni costruttive che oggi possono arrivare fino al 2% delle misure autorizzate della planimetria, l'ipotesi potrebbe essere raggiungere il 5%, insomma, di questo tipo di interventi stiamo parlando, quindi un condono ma su piccoli interventi e su piccole irregolarità che secondo il Ministero raggiungerebbero l'80% del patrimonio edilizio che sarebbe coinvolto, una stima che arriverebbe dal Consiglio Nazionale degli ingegneri. Tutto questo ha delle ripercussioni anche sulle possibilità di vendere questi immobili, magari anche molto vecchi, costruiti dieci anni fa, perché l'acquirente se si accorge di un abuso edilizio, per quanto piccolo, può annullare il contratto di vendita entro dieci giorni o chiedere il rimborso delle spese, tutto questo in un Paese che conosciamo, insomma, ha un tasso di abusivismo edilizio molto importante. Delle nuove costruzioni una su sei, secondo Istat, risulta abusiva. Addirittura uno su tre nel sud e nelle isole.