Il dibattito sugli emendamenti parlamentari alla manovra di bilancio si concentra attorno a una cifra, 600 euro. E' la soglia che vorrebbe raggiungere Forza Italia per le pensioni minime, ma su cui è arrivato lo stop di Claudio Durigon, Sottosegretario al Lavoro in quota Lega, il quale ha commentato che l'aumento arriverà ma non subito bensì durante il resto della legislatura. Le pensioni minime costituiscono l'assegno base garantito dallo Stato ai pensionati. Se l'importo spettante è inferiore, questo viene infatti integrato fino al raggiungimento della soglia che cambia negli anni aggiornandosi all'inflazione. Ecco perché nel 2021 era pari a 516 euro al mese mentre quest'anno è lievitata a 525 per non perdere potere d'acquisto eroso dal rialzo dei prezzi. Nel 2023, secondo la proposta di legge di bilancio presentata dal Governo, l'assegno salirà ancora a 572 euro. Il rialzo deciso dal Governo Meloni questa volta sarà ancora più generoso di quanto servirebbe a compensare l'inflazione, a differenza di quanto accadrà agli altri pensionati. Forza Italia vorrebbe però spingersi più in alto, raggiungendo da subito i 600 euro al mese, una soglia che molto probabilmente sarà superata già nel 2024, complici inflazione e rivalutazione extra confermata dal Governo anche tra 2 anni. Forza Italia vuole infatti avvicinarsi alla promessa fatta in campagna elettorale di portare tutte le pensioni ad almeno 1.000 euro. Il problema come sempre sono i costi. L'incremento extra per le minime l'anno prossimo costerà 210 milioni e il rialzo ulteriore a 600 euro costerebbe almeno altrettanto, fondi che scarseggiano, visto che per tutti gli emendamenti dei Deputati sono destinati non più di 400 milioni, per non parlare dell'aumento fino a 1.000 euro che secondo stime indipendenti richiederebbe ben più soldi, ben 31,2 miliardi.