Per accedere ai soldi del Recovery Fund, che è il cuore del Piano europeo per la ripresa Next Generation EU, e sarà dotato di 560 miliardi, bisognerà impegnarsi a fare delle riforme, ad accettare delle condizioni e sottoporsi a controlli. I soldi saranno versati a tranche una volta che sarà accertato che le riforme promesse sono state effettivamente attuate; se si saltano degli obiettivi si perdono i soldi di una tranche. Il Piano, infatti, ha pensato, più che per intervenire sull'emergenza, per rimettere in carreggiata in modo strutturale le economie danneggiate dal Covid. Sebbene siano ancora da scrivere, le condizioni del Recovery Fund sono in parte già note. I soldi vanno spesi per investimenti sull'economia verde e sostenibile e per la trasformazione digitale. Inoltre il Piano nazionale delle riforme, che gli Stati devono presentare all'Europa, dovrà tenere conto delle raccomandazioni specifiche della Commissione per quel Paese. Nel caso dell'Italia parliamo di miglioramento del Sistema Sanitario, della Pubblica Amministrazione, della giustizia, di sostegno alle PMI, di sostenibilità del debito pubblico. Alcuni leader europei hanno poi chiesto impegni su temi precisi. "Vogliamo vedere profonde riforme" ha detto il premier olandese Rutte, inserendo tra le richieste il sistema pensionistico e in particolare la cancellazione di Quota 100. "L'Italia deve combattere l'economia illegale e a sistemi poco competitivi su pensioni e mercato del lavoro" gli ha fatto eco il collega austriaco Kurz, aggiungendo che le condizioni per accedere agli aiuti europei sono necessarie per evitare che siano usati per coprire buchi di Bilancio. Insomma, c'è il rischio che alla fine le condizioni del Recovery siano più vincolanti di quelle del MES, che prevede che i soldi vadano a coprire i costi sanitari diretti e indiretti della pandemia.