É uno dei dossier più complessi e strategici per il nostro Paese e dopo due anni di stop and go vede ora dei passi avanti che potrebbero rivelarsi decisivi. Parliamo della realizzazione di una rete unica a banda larga in Italia, per portare la fibra e dunque Internet più veloce nelle case dei cittadini, anche quelle ore difficili da raggiungere. L'attesa è per il Consiglio di Amministrazione di TIM di lunedì prossimo che dovrebbe dare il via libera all'accordo per l'ingresso del fondo statunitense KKR con una partecipazione in FiberCop. Si tratta della nuova società creata ad hoc, in cui verrà scorporata la rete secondaria di TIM, quella che dagli armadietti in strada arriva direttamente nell'abitazione degli utenti. È il passo intermedio che dovrebbe successivamente aprire il percorso all'intesa più grande, arrivare cioè con l'okay del Governo e la regia di Cassa Depositi e Prestiti alla rete unica, mettendo insieme tutte le infrastrutture TIM con quelle di Open Fiber, l'altro grande operatore che si occupa di banda larga, controllato per il 50% da Enel e per l'altro 50% da CDP. Dunque l’obiettivo è quello di far nascere una sola società a compartecipazione pubblica per lo sviluppo tecnologico del Paese. Nodo fondamentale da sciogliere è però quello sul controllo. Chi prenderà in mano le redini di una rete così importante e vitale per l'interesse pubblico? TIM punta a mantenere la maggioranza, ma dal Ministero dell'Economia, al di là dei futuri assetti proprietari si ribadisce l'importanza di un'assoluta autonomia e terzietà della gestione, la natura aperta della rete e la parità di trattamento di tutti gli operatori. La vicenda sarà probabilmente ancora lunga e ricca di sviluppi, ma la sensazione è che siano proprio questi i giorni chiave in una delle partite fondamentali per il futuro digitale degli italiani.