Altro che code, quello delle tasse, da qui alla fine del mese, è un vero e proprio ingorgo che rischia di mandare in tilt il sistema, oltre che rovinare, ma questo è inevitabile, la vigilia delle ferie di tantissimi italiani. Sono 246 le scadenze da pagare che aspettano imprese e partite Iva, tutte entro il 31 di luglio, con una aggravante, oltre al fisco si sommano una lunga serie di adempimenti burocratici. Qualche esempio: il 20 ci sono da pagare l'imposta di bollo sulle fatture elettroniche, le imposte previdenziali, i contributi assistenziali, il 27 luglio bisognerà trasmettere gli elenchi delle operazioni con l'estero, il 30 luglio scade il versamento delle imposte sulla base della dichiarazione dei redditi. Un bel malloppo, figlio del rinvio da maggio per il covid ma che per commercialisti e CAF rischia di non essere gestibile. Per questo hanno scritto al premier Conte chiedendo un altro spostamento, ma trovare uno spazio in calendario sembra impossibile. Primo, perché settembre è già pieno di altri versamenti da fare, secondo, perché di rinvio in rinvio, le casse dello stato si svuotano e qualcuno dovrà pur rimpinguarle.