Basta dare un'occhiata allo scadenzario fiscale dell'Agenzia delle Entrate per rendersi conto che quella che è in arrivo da qui a fine mese è una vera e propria tempesta fiscale. Sono 51 i versamenti previsti nella sola giornata di lunedì 20. 142 le scadenze che riguardano tutti i contribuenti entro il 31 di luglio. Tra le principali scadenze il saldo e acconto dell'imposta sui redditi di 4,5 milioni di partite IVA e imposte sui redditi per le società. L'introito da queste due sole tasse nelle casse dello stato si aggira intorno ai 34 miliardi di euro. Ma perché quest'anno un ingorgo più pesante del solito? Perché alcune delle tasse che si sarebbero dovute pagare entro il 30 di giugno erano già state fatte slittare di 20 giorni a causa del covid. I commercialisti, i cui studi sono stati negli ultimi mesi oberati da adempimenti straordinari, avevano chiesto un'ulteriore proroga, ottenendo un secco diniego da parte del MEF. Perché questo rifiuto? È questione di soldi. Alle casse dello Stato la proroga costerebbe 8,4 miliardi di euro. Una cifra non indifferente se si considera che nei primi 5 mesi del 2020 il calo delle entrate tra tasse e contributi è stata ingente: 22,2 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.