Non ci furono spargimenti di sangue né violenze, il via all'operazione per la sollevazione fu dato da una canzone "Grandola Vila Morena" di Zeca Afonso che con il suo incedere da canzone folkloristica sembrava scandire il ritmo della marcia. Ma più che di una marcia militare di un ballo popolare. E non a caso a organizzare la rivolta contro il Regime Autoritario che guidava il Paese dal 1926 non erano state le alte gerarchie militari ma un gruppo di capitani progressisti stufi di una dittatura ormai condannata dalla storia. Perché il Regime Fascista che aveva guidato il Portogallo per oltre mezzo secolo era esausto. Nel 1970 aveva perso il suo Leader Antonio De Oliveira Salazar, che aveva guidato il Paese dal 1934 con pugno di ferro. Ma anche una certa scaltrezza che gli aveva permesso di essere neutrale durante la seconda guerra mondiale e di godere di un certo benessere proprio mentre il resto dell'Europa precipitava nell'orrore del conflitto e, nonostante l'ostilità internazionale, di entrare nella Nato di stringere accordi economici con la Comunità Europea. Dopo 40 anni il Portogallo restava però un paese arretrato con una ricchezza Nazionale tra le più basse d'Europa, un tasso di analfabetismo altissimo e, soprattutto, ancora con le colonie in Africa e Asia. Un retaggio arcaico che condannava il Paese a un estenuante lotta contro i Movimenti Indipendentisti locali e alla emarginazione internazionale. Fu questo, oltre all' insostenibile sistema politico di stampo corporativo repressivo, a provocare la rivoluzione. Una rivoluzione gentile, però, che usa come simbolo il garofano che i ribelli si appuntavano per distinguersi dai ... Non ci furono scontri, appunto, ma una sollevazione popolare. Il suo Leader, il Capitano Salgueiro Maia, dopo la rivoluzione tornò al suo lavoro e rifiutò qualsiasi incarico governativo. C'è un monumento in suo onore a Lisbona, ricorda come il 25 aprile di 50 anni fa, un gruppo di giovani militari rovesciò un Regime Autoritario e ottuso con una canzone e un fiore.