"Potrebbe trattarsi di qualcosa di nuovo ma non dimentichiamo che in certe aree del mondo l'accesso alle cure è scarso." È l'opinione di Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sulla misteriosa malattia che sembra stia uccidendo in Congo soprattutto i bambini. Secondo Rezza i dati che stanno affluendo da fonti del Ministero della Sanità congolese e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sembrano soprattutto ridimensionare la letalità della malattia che si è assestata al 7,6%, più bassa di quanto trapelava nei giorni. In questo caso i dati su contagi e decessi potrebbero essere fuorvianti, soprattutto in un'area con un tasso di malnutrizione al 61%, tra i più alti del Paese. I dubbi della comunità scientifica internazionale riguardano la difficoltà di accertare la vera causa dei decessi nel distretto sanitario di Panzi, un'area molto estesa e poverissima nella regione inaccessibile di Kwango, oltre 700 km a sud-est della capitale Kinshasa. Nel mirino del OMS c'è già un possibile agente patogeno respiratorio come quello dell'influenza o del Covid, che sembra colpire soprattutto gli under 15 con sintomi talmente comuni, tra gli altri febbre, mal di testa, tosse, affaticamento respiratorio e anemia, che non possono far escludere malattie già note. Certezze in questo senso arriveranno solo dai risultati dei campioni raccolti dal team internazionale di esperti inviati sul campo dall'OMS. Dopo il Covid gli sviluppi vengono seguiti in tutto il pianeta. Sorveglianza attiva in Italia senza allarmismi, fanno sapere dal Ministero della Salute. Nel nostro Paese che non ci sono collegamenti diretti con il Congo, ma in porti e aeroporti è stato alzato il livello di attenzione.