Ambasciatore Europa in Myanmar: no a isolamento economico

31 gen 2022
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Noi ogni giorno proviamo a rispondere che innanzitutto non è l'Unione Europea che riconosce gli Stati uno stato all'altro ma sono gli stati membri dell'Unione Europea individuale che hanno questo questa competenza se vogliamo. Ambasciatore ma oggi la posizione dell'Europa per esempio del rappresentante per gli esteri Borrell, il Governo attuale, l'aggiunta militare della Birmania, di Myanmar è secondo voi un legittimo rappresentante del Popolo birmano o lo è Aung? Una scelta bisognerebbe farla, non è che si possono riconoscere tutti e due. Ma io le ripeto quello che ho detto prima non è una questione di scelta legale qui, è una questione con chi si parla. La realtà è che oggi non con Aung parliamo, con i militari non stiamo parlando. Ambasciatore io ho parlato poco fa con Cecilia Brighi, il segretario generale dell'associazione Italia Birmania insieme; hanno fatto delle richieste molto specifiche: la nomina di un inviato speciale europeo, come c'era un tempo per la Birmania e soprattutto l'adozione di sanzioni che veramente siano efficaci e nelle sue parole che strangolino il regime. Guardi, se mi permette un aspetto di contesto. Quando le imprese europee che offrono lavoro e che è un lavoro in genere pagato meglio, che è un lavoro che in genere offre condizioni sociali e anche di rispetto di standard ambientali superiori a quelli di altri paesi, partono si fa un danno non solo alla capacità di influenza europea, perché chiaro più il nostro flootprint è ridotto e meno influenza abbiamo, ma facciamo del male a della gente. L'anno scorso, ci sono stati, 1 milione e 600mila persone hanno perso lavoro; d'accordo era proprio quello che volevo chiedere. Qui c'è la prima considerazione. La seconda è che quando va via un'impresa europea, non è che crea un vuoto che non viene riempito. Vengono i cinesi o thailandesi. Altri vengono e scopriamo poi dopo che queste realtà hanno degli standard estremamente inferiori alla nostra e quindi in realtà si fa ancora più danno.

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