Un mercatino delle pulci a Houston in Texas e poi una chiesa quella presbiteriana di Laguna Woods, California, dove una trentina di fedeli di una congregazione di Taiwan partecipavano ad una funzione. Sono i luoghi delle ultime sparatorie avvenute negli Stati Uniti in una manciata di ore. Si contano vittime in entrambi i casi, a Houston all'origine probabilmente un litigio tra più uomini, in California il responsabile, fermato dagli stessi fedeli, è un asiatico di 68 anni. Episodi avvenuti a poche ore dalla strage di Buffalo, 10 le vittime di Payton Gendron, 18 anni appena, che ha aperto il fuoco in un supermarket, in un quartiere a maggioranza afroamericana in nome della difesa della razza bianca. Un crimine d'odio, un atto di terrorismo interno, lo ha definito il presidente Biden. Un massacro che ha riaperto il dibattito sulle armi e anche sulla necessità dei social media di sorvegliare i contenuti che viaggiano sulle loro piattaforme, perché proprio on-line è che il diciottenne si è radicalizzato, è diventato un suprematista, fascista, antisemita, come si è descritto nel manifesto postato sul web. Nel documento, 180 pagine, fa riferimento ad altri casi di xenofobia portata all'estremo, cita anche Luca Traini, che a Macerata nel 2018 sparò sugli immigrati ma il suo riferimento principale è Brenton Tarrant, il killer della Nuova Zelanda che uccise 50 fedeli musulmani in due moschee.