Secondo i ricercatori francesi, la colpa di questa morìa è da ricercarsi nelle condizioni meteo, in particolare in un ghiacciaio marino particolarmente esteso, che ha costretto gli adulti a viaggiare per 100 chilometri in più in cerca di cibo, lasciando i piccoli esposti al freddo e alle piogge. Condizioni estreme, per i pinguini Adelia dell’Antartide, troppo. E la colonia, 18.000, coppie, ha visto morire praticamente tutti i pulcini. Solamente due sono sopravvissuti. Tutti gli altri sono morti di stenti, in attesa degli adulti andati in cerca di krill. I pinguini di questa specie vivono sulla piccola isola di Petrel. L’estate scorsa, il ghiacciaio Mertz, in Antartide, ha registrato un record nella riduzione dell’area coperta di ghiaccio marino, ad eccezione proprio dell’isolotto. Così, per raggiungere il mare e nutrirsi, gli adulti hanno dovuto percorrere distanze molto lunghe, allontanandosi dalla nidiata per molto tempo. Nel 2013 era stato registrato un evento simile. Allora, spiegano gli esperti, morirono tutti i pulcini. All’epoca, la colonia era costituita da 20.000 esemplari. Il WWF ha annunciato che sosterrà la richiesta alla comunità internazionale per istituire una specifica area marina protetta nelle acque dell’Antartide orientale, guidata da Australia e Francia, con il supporto dell’Unione europea. Il rischio è di portare all’estinzione questa specie di pinguini, che ha visto calare significativamente la propria popolazione.