187 minuti il 6 gennaio 2021 187 minuti separarono gli Stati Uniti da un Colpo di Stato. Da quando finì il suo incendiario discorso sul prato della Casa Bianca ore 1:10 "Dovete marciare sul Campidoglio, sarò con voi" disse a quando ore 4:17 comparve su Twitter con un video nel quale chiedeva finalmente agli assalitori di andare a casa ma le elezioni sono rubate, fate bene ad essere arrabbiati vi amo siete speciali". Dov'era in quei 187 minuti l'uomo più potente del Mondo? Guardava la televisione in sala da pranzo. E' quanto è emerso dall'ultima udienza pubblica della Commissione di Inchiesta sull' attacco al Congresso. trasmessa ieri in prima serata che ha evidenziato minuto per minuto cosa fece ma soprattutto non fece l'allora Presidente Donald Trump. I testimoni, suoi ex collaboratori, raccontano: "Tutti alla Casa Bianca gli chiedevano un messaggio per dire alla folla inferocita e armata di lasciare il Campidoglio". Trump invece ignorò le preghiere del suo capo dello staff, del suo consigliere legale, perfino della figlia Ivanka e del figlio Donald Jr. Fu inadempiente al suo dovere, conclude la Commissione, il dovere di assolvere fedelmente i compiti dell'ufficio di Presidente e preservare e proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti. Come un moderno Nerone invece guardava su Fox News Il tempio della democrazia americana sotto assedio, a pochi metri da lui. Non chiese Guardia Nazionale ne Polizia o militari. Uno dei momenti più agghiaccianti è quando vengono fatte ascoltare le concitate comunicazioni degli agenti dei servizi segreti a protezione del Vice Presidente Pence, che al Congresso aveva il compito di certificare l'elezione di Biden e che veniva cercato stanza per stanza dagli insorti che gridavano di volerlo impiccare. La scorta sperava in rinforzi che non arrivavano, temeva di essere assalita e uccisa, qualcuno chiamò la famiglia per dirle addio. Trump disse che se lo meritava, ricorda il suo Consigliere, permise alla folla di ritardare il procedimento sperando che questo lo mantenesse al potere. Dalle testimonianze esce fuori un uomo solo in preda a rabbia e frustrazione, incapace di condannare la violenza e incapace di accettare il risultato elettorale, anzi determinato a sovvertirlo, un'accusa molto seria che sta valutando anche il Dipartimento di Giustizia.























