I soldi non fanno il benessere, almeno stando all'ultimo rapporto presentato da Boston Consulting Group sulla capacità del Paese di tradurre la propria ricchezza in politiche e comportamenti che semplifichino e migliorino la vita dei cittadini. Per farlo sono stati presi in esame per oltre 140 paesi 40 indicatori raggruppati in tre categorie: economia, investimenti e sostenibilità. In cima alla classifica, ormai da anni, una costante: i paesi nordici, con Norvegia in testa, Islanda, Svezia, Finlandia, Danimarca, tra i primi dieci, l'Italia si piazza al ventinovesimo posto in salita di una posizione rispetto al 2018. Come spiega Francesco Guidara, direttore marketing di Boston Consulting: cosa sta andando bene e che cosa invece, sta arrancando? C'è il tema dell'occupazione e dell'economia su cui l'Italia continua a soffrire molto lo scorso anno e quest'anno si conferma, mentre invece un dato estremamente positivo arriva dall'ambiente e quindi la tutela dell'ambiente che, rispetto al resto del mondo e anche rispetto all'Europa, vede l'Italia fra i paesi, fra i paesi virtuosi. Qui siamo cresciuti molto, così come siamo cresciuti in termini di qualità dell'offerta sanitaria e quindi di salute per i cittadini. Quest'anno a sorprendere per la performance sono le economie emergenti dell'Asia, in particolare il Vietnam, unico paese in grado di migliorare in quattro indicatori fondamentali per lo sviluppo, come istruzione, occupazione, la sanità e le infrastrutture, mentre gli stati Uniti sono in costante peggioramento con un coefficiente SEDA che misura proprio la capacità dei paesi trasformare la ricchezza in benessere, è leggermente inferiore anche a quello dell'Italia. Negli ultimi anni non ha brillato l'America, gli Stati Uniti. La cosa su cui frena molto oggi l'America è il tema della salute, dell'accesso alla sanità su cui gli indicatori sono più deboli rispetto al resto del mondo.