Difficile ma non impossibile. Mentre il mondo saluta con soddisfazione l'accordo raggiunto tra Israele e Hezbollah, Joe Biden ribadisce l'impegno per un tentativo negoziale che faccia tacere le armi anche a Gaza. La tregua in atto, scrive Biden su X, ci porta più vicini al futuro che ho perseguito in tutta ma mia presidenza: un Medio Oriente fatto di pace, prosperità e integrazione. Certo, fare a Gaza ciò che è stato fatto in Libano non è altrettanto facile. In questo momento Hamas ha armi negoziali più potenti di quelle di Hezbollah, decine di ostaggi sono ancora nelle sue mani, e per Netanyahu sarebbe più complicato far digerire all'ala destra del proprio Governo un'intesa con i carnefici del 7 ottobre. In direzione di un Medio Oriente più integrato vanno anche i colloqui con il principe Saudita Bin Salman. La normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita e Israele è uno degli obiettivi dichiarati di Biden. Lo era anche prima che le stragi compiute da Hamas in territorio israeliano congelassero le trattative. Brett McGurk, coordinatore della Casa Bianca per la regione, ha discusso con Bin Salman i recenti sviluppi nell'area. Washington, intanto, continua a foraggiare Israele. Secondo il Financial Times, tra le ragioni che hanno spinto Netanyahu ad accettare il cessate il fuoco c'è una nuova vendita di armi da parte degli Stati Uniti per un valore di 680 milioni di dollari. Biden fa il Presidente, nonostante sia a fine mandato. Fa il Presidente anche Trump, nonostante non lo sia ancora. Hezbollah e Israele hanno deciso di negoziare anche perché Trump ha vinto, dice il futuro Consigliere per la Sicurezza Nazionale Waltz. Fa il Presidente persino Elon Musk, in un certo senso. Non va bene, scrive su X commentando la notizia di altri 24 miliardi di dollari di aiuti che l'Amministrazione intende chiedere al Congresso per sostenere l'Ucraina.