Il tempo è scaduto e le munizioni promesse non sono arrivate, il cielo di Kiev merita le stesse difese di Israele. Questa volta Zelensky non fa sconti all'Europa e prova a scuotere i 27 in un vertice informale che ancora una volta vede Ucraina e Medio Oriente in cima all'ordine del giorno. Il timore del presidente ucraino è che l'attacco dell'Iran distolga l'attenzione dall'aggressione russa, il Consiglio europeo risponde impegnandosi a garantire tutta l'assistenza che serve, compreso la difesa aerea. Ma sul punto Zelensky ha ragione, in queste ore la vera preoccupazione è che non deflagri lo scontro con Teheran. All'orizzonte nuove sanzioni e l'auspicio che possano bastare per una reazione proporzionata di Netanyahu. L'Italia è allineata, con Giorgia Meloni che arriva direttamente da Tunisi e la sua quarta volta da Saied, sul tavolo il piano Mattei, tre accordi per 100 milioni di euro. Tunisi resta fondamentale per provare a controllare i flussi migratori e i fondi europei hanno tempi lunghi, l'Italia prova a compensare e rassicurare. "La collaborazione con la Tunisia, anche grazie all'impegno italiano, è diventata anche una priorità per l'Unione europea e sono molto fiera del lavoro che anche l'Italia ha portato avanti, che ha contribuito alla firma del memorandum con l'Unione europea". A Bruxelles si discute fino a tarda notte, poche ore di pausa, poi di nuovo via ai lavori, si guarda alle cose di casa, la competitività del mercato unico, un'altra guerra dalle mille forme.