“Se lui sta ancora lottando, noi stiamo ancora lottando”. Così, su Twitter, Connie e Chris Gard, i genitori di Charlie, undici mesi appena e un destino legato a una malattia genetica rarissima. Battaglia che domani pomeriggio potrebbe avere il suo momento cruciale. Il giudice Francis Nicholas sarà chiamato, infatti, a pronunciarsi nuovamente sulle sorti del piccolo. Si tratta dello stesso magistrato che ad aprile aveva ordinato di staccare la spina con una sentenza poi successivamente confermata da altri tre tribunali. Sul tavolo dell’Alta Corte inglese c’è il parere favorevole di un team internazionale, coordinato dal Bambin Gesù di Roma, su una cura sperimentale che non sarebbe in grado di guarire il bambino ma potrebbe renderlo indipendente dalle macchine e allungargli la vita. Di quanto, nessuno lo sa. È giusto tentare dicono adesso i medici britannici dopo aver ricevuto da Roma il dossier sul trattamento sperimentale proposto per Charlie ed è per questo che l’ospedale dove il bimbo è ricoverato ha chiesto alla Corte una nuova udienza. Se il giudice Francis darà il via libera al trattamento, il piccolo sarà sottoposto a una terapia a base di molecole simili ai mattoni del DNA, molecole che sulla base di studi già comparsi su riviste scientifiche sarebbero in grado di superare la barriera emato-encefalica, quella che separa i vasi sanguigni del cervello, e quindi di avere effetto sull’encefalopatia che ha colpito il neonato. Gli Stati Uniti intanto hanno proposto di dare alla famiglia Gard la residenza americana per permettere al bambino, da subito, di sottoporsi alla cura sperimentale. Una mobilitazione internazionale per evitare una morte per decreto e dare la possibilità a due genitori di proseguire la loro personale battaglia d’amore.