Come funziona la legge sui rave party in Francia

02 nov 2022

Una comunicazione preventiva per gli eventi con oltre 500 partecipanti e la possibilità, da parte dei prefetti, di negare l'autorizzazione. Questo prevede in Francia la legge Mariani, rivolta a regolamentare i raduni festivi con diffusione di musica amplificata, uno dei primi provvedimenti in Europa specifici sui rave party. Gli organizzatori che non rispettano le regole rischiano la confisca di materiali, multe fino a 3500 euro e e la sospensione della patente, non il carcere. Se però viene riscontrata un'aggressione sonora, ovvero un disturbo intenzionale della quiete pubblica, si arriva a un massimo di 15 mila euro di multa e un anno di carcere. Parte di un pacchetto di misure sulla sicurezza varato dopo gli attentati dell'11 settembre, la legge Mariani rispondeva alla moda dei free party techno che si stavano espandendo a inizio anni 2000 dalla Gran Bretagna alla Francia. Negli ultimi vent'anni il testo è stato più volte criticato perché considerato o troppo restrittivo o troppo permissivo. Secondo gli enti che rappresentano gli organizzatori dei rave la legge lascia troppa libertà ai prefetti di vietare i raduni per ragioni di sicurezza o genericamente di ordine pubblico, permettendo alla polizia interventi spesso sfociati in violenti scontri e ferimenti. Nel 2019 il partito dei repubblicani, la destra moderata, aveva proposto un emendamento per rafforzare la legge. Si suggeriva di far richiedere l'autorizzazione non ai prefetti ma comuni e di considerare un delitto, non una contravvenzione, la mancata dichiarazione dell'evento. La discussione si è arenata all'Assemblea nazionale. Di certo la legge non ha impedito alla cultura rave di svilupparsi in Francia, dove ancora oggi vengono organizzati circa 4 mila eventi ogni anno, di cui 800 con oltre 500 persone, secondo le cifre del Ministero dell'Interno precedenti alla pandemia. Di questi il 99% si svolge senza la dichiarazione preventiva ai prefetti, dunque illegalmente. Di fronte all'aumento delle feste, andate avanti anche durante il Covid, alcune regioni hanno proposto di individuare alcuni terreni dove possono essere organizzati i rave per senza disturbare i cittadini. Un dialogo con le amministrazioni che è ancora in corso.

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