La Segretaria di Stato dell'uguaglianza e contro la violenza di genere Angela Rodriguez lo aveva annunciato già lo scorso 8 marzo. Martedì il Consiglio dei Ministri di Madrid discuterà la proposta che prevede il congedo mestruale. La misura, inserita all'interno del più ampio disegno di legge di riforma dell'aborto che prevede anche permessi ad hoc per interruzioni di gravidanza volontarie o spontanee, farebbe della Spagna il primo Paese europeo a prevedere l'inabilità temporanea per mestruazioni dolorose, di fronte a sintomi gravi come cefalee forti e febbre e certificati dal medico ha chiarito la Rodriguez. Nella bozza attuale non è previsto un numero massimo di giorni di congedo. Misure simili sono in vigore oggi in pochi Paesi al mondo. Il primo a introdurre un congedo mestruale nel '47 è stato il Giappone, poi l'Indonesia un anno dopo, la Corea del Sud nel 2001, Taiwan nel 2013, lo Zambia nel 2017. La durata è variabile così come il rimborso, si va dal 50% della retribuzione giornaliera prevista a Taiwan, al permesso non retribuito della Corea del Sud. In Italia una proposta in questo senso è ferma in Parlamento dal 2016, prevede che la donna che soffre di dismenorrea grave possa assentarsi per massimo tre giorni senza usufruire della malattia o delle ferie, con il 100% della retribuzione. La misura però fa discutere anche nel mondo femminista, sebbene la bozza spagnola preveda che non si possa chiedere a una donna in sede di colloquio se tende a soffrire di questo tipo di dolori gravi il timore è che diventi un nuovo elemento discriminazione sul lavoro.