In 24 ore, 12 mila 594 casi, 422 ospedalizzazioni, 19 vittime su un totale di oltre 250 mila tamponi. In cinque giorni, i pazienti in terapia intensiva sono passati da 297 a 368. Sono questi numeri a disegnare il ritratto del Regno Unito, ai tempi del Coronavirus. Numeri in crescita costante, numeri sotto accusa, perché a causa di un errore nel sistema di conteggio, circa 16 mila casi sono andati dispersi nell'ultima settimana di settembre e inseriti soltanto nel weekend, e domenica il conto giornaliero aveva, non a caso, sforato i 22 mila nuovi casi. Un incidente ancora in corso, ammette il Ministro alla Salute, Matt Hancock, davanti alla Camera dei Comuni, ma che, assicura, non avrebbe alcun impatto sul controllo del contagio in scuole, ospedali, residenze per anziani. Un incidente che, però, ovviamente aumenta la pressione sul Governo di Boris Johnson, da settimane sotto accusa per la gestione dell'epidemia che, come ammesso dagli stessi consulenti governativi, non è sotto controllo. “La situazione attuale è quella che ci aspettavamo”, dice il Primo Ministro che sottolinea: “Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le nuove restrizioni, dal coprifuoco per pub e ristoranti all'uso della mascherina, fino al divieto di incontrarsi in più di sei persone, avranno avuto effetto”. Intanto, però, già si lavora a nuove misure, soprattutto per il nord dell'Inghilterra, è lì che il contagio è più forte, più localizzato rispetto alla prima fase, così, allo studio, ci sarebbe una divisione del Paese in tre zone, nella rossa il lockdown risparmierebbe soltanto attività produttive e scuole.