Il 21 giugno nel Regno Unito non ci saranno le tanto attese e totali riaperture, la data slitterà di un mese. Il primo ministro Johnson ha ammesso che la diffusione della variante Delta, ex indiana è oggetto di grave, grave preoccupazione e che adesso è meno ottimista di quanto fosse a maggio. Contro la variante Delta corre ai ripari anche la Spagna, una delle misure annunciate dalla regione madrilena è quella di anticipare il richiamo di persone over 60, vaccinate prima con AstraZeneca. Preoccupazione anche negli USA, l'unica strada per evitare che la variante Delta diventi predominante è continuare a vaccinare né è convinto Fauci il consigliere della Casa Bianca. Al momento negli Stati Uniti i contagi attribuiti a questa mutazione sono circa il 6%, in Europa le vaccinazioni procedono con un ritmo elevato superiore a quello degli USA, il 40% della popolazione europea ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Da qui il venir meno delle restrizioni in ogni paese, discorso diverso nei paesi che vaccinano poco come la Russia, che registra un record di contagi 13.000 in un giorno e vara nuove chiusure e divieti. Paradosso vuole che la patria dello Sputnik abbia immunizzato totalmente solo il 10% della popolazione e appena il 12% dei russi abbia ricevuto la prima dose. Discorso simile per l'India che nonostante abbia superato la fase drammatica di un mese fa ha vaccinato con due dosi solo il 3% dei suoi abitanti. Il Giappone che tra un mese ospiterà le olimpiadi allenta le misure ma fa i conti ancora con centinaia di contagi e la campagna vaccinale e a dir poco lenta, solo il 4% dei giapponesi ha ricevuto la seconda dose. Fa riflettere il caso Cile uno dei paesi con più vaccinati al mondo con oltre il 60% di persone che hanno ricevuto la seconda dose ma che vedono impennata di contagi e deve fare un passo indietro imponendo il lockdown per Santiago. Tra le cause variante brasiliana, misura allentate e frontiere aperte troppo presto.