Alla fine anche il "Teflon" non è eterno. Mark Rutte, l'inossidabile Primo Ministro olandese che quel soprannome in patria si era guadagnato dopo 12 anni di inscalfibile presenza alla guida del governo del paese, ha annunciato che si farà da parte. Di più.. che lascerà la politica. Durante il dibattito parlamentare aperto per discutere dello scioglimento del suo governo, il quarto consecutivo, il Premier conservatore, 56 anni, ha annunciato che per le elezioni politiche anticipate del prossimo autunno lui non sarà disponibile come leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia. Sembrano insomma cambiare rapidamente i cieli della politica europea in questi mesi di avvicinamento alle elezioni del prossimo giugno che potrebbero disegnare nuove maggioranze. A Strasburgo pesa e peserà sempre di più il tema migranti che non a caso è stata la pietra d'inciampo di Rutte la cui maggioranza si è spaccata la settimana scorsa proprio nel tentativo di approvare misure sui ricongiungimenti familiari. Ora in Olanda, ma anche da fuori, tutti guardano al Movimento Contadino Cittadino, nato pochi anni fa per difendere gli interessi di chi vive nelle aree rurali del paese, guidato dalla leader populista Caroline van der Plas e dato in forte ascesa nei sondaggi. Significa, per dirne una, protesta aperta contro le leggi di impostazione ecologica che tanto invece piacciono a Bruxelles, almeno oggi. E le cose potrebbero cambiare anche per l'Italia. Sia chiaro con noi Rutte non è mai stato generoso in materia di concessioni di bilancio ma, come ricordano le immagini della visita di un mese fa in Tunisia a fianco di Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni, senza di lui il governo italiano rischia di perdere una sponda importante sulla gestione comunitaria degli sbarchi. Per lui intanto si vocifera di ambizioni a ricoprire un incarico internazionale nell'immediato futuro. Il "Teflon" non è eterno dicevamo. O forse sì.