Luglio 2010. Questa la data a cui si fa risalire il presunto finanziamento con fondi in nero da parte del Governo, Venezuela di Chavez ai 5 Stelle, che nel 2010 erano poco più di un anno diventati partito politico e non più solo movimento e da solo un anno si sono presentati per la prima volta alle elezioni amministrative. I Pentastellati non hanno mai nascosto la loro vicinanza ideologica e politica prima a Hugo Chávez ed a Nicolas Maduro poi, che nel 2010 era Ministro degli Esteri, fidatissimo di Chávez, il leader al potere dal 1999 fino al Marzo del 2013, anno della sua morte e dell'ascesa di Maduro, suo successore. Un potere, quello di Maduro, incontrastato, ma sempre più contestato fin dalla sua prima elezione avvenuta con un margine ridottissimo che fece indignare le opposizioni. Rieletto nel 2018, Maduro aveva ormai contro grande parte della comunità internazionale per i suoi abusi, la sua repressione e la sua gestione Dittatoriale. In cinque anni, inoltre, il Paese era sprofondato in una grave recessione economica. Il malcontento, le tensioni sfociarono poi alla crisi politica del 2019, quando a Gennaio si autoproclamò Presidente Juan Guaidò, Giovane Presidente dell'assemblea Nazionale e leader dell’opposizione. Anche in questa fase la posizione del Movimento 5 Stelle, ormai dal 2018 a forza di Governo e maggioranza politica nel Paese non era cambiata. La neutralità ostentate era sinonimo di vicinanza. Il voto del Parlamento europeo a favore del riconoscimento di Guaidò, come Presidente legittimo, nel Gennaio del 2019, vede invece l'astensione dei 5 Stelle. Stessa cosa si ripete a Gennaio 2020, il Parlamento europeo approva una risoluzione con cui ribadisce il proprio sostegno Juan Guaidò, dopo il tentativo del regime di Maduro di installare il candidato Filogovernativo, Luis Parra. I 5 stelle, contrari all'emendamento su Guaidò, si astengono durante il voto finale sulla risoluzione.