Non sono bastate le scuse di Mark Zuckerberg e nemmeno la promessa di far di più per proteggere i dati degli utenti di Facebook. Il temuto fuggi-fuggi dal popolare social network, paventato dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, potrebbe forse già essere pienamente in atto, almeno stando a guardare cosa è accaduto alle pagine social di Tesla, una delle più grandi aziende specializzate in veicoli elettrici, e di SpaceX, azienda aerospaziale statunitense che, nel giro di poche ore, non sono più raggiungibili. L’amministratore delegato di entrambe le società, Elon Musk, infatti, dopo averlo annunciato via Twitter, è passato ai fatti cancellando la pagina Facebook di entrambe le aziende. La mossa era stata sollecitata da un utente forse non troppo disinteressato fautore della campagna “delete Facebook”, ovvero “cancella Facebook”. Si tratta di Brian Acton co-fondatore di WhatsApp, che aveva appunto chiesto a Musk di cancellare la pagina blu delle due società. “Non pensavo ce ne fosse una. Lo farò” aveva risposto con un tweet lo stesso amministratore delegato che in poco tempo è passato dalle parole ai fatti. D’altra parte che le scuse di Zuckerberg non avessero convinto né inserzionisti né mercati era parso evidente quasi subito. A scatenare la bufera erano state due diverse inchieste che avevano acceso il faro su Cambridge Analytica, società di consulenza britannica che avrebbe utilizzato in maniera illecita i dati di 50 milioni di elettori americani profilandone psicologia e comportamento in base al monitoraggio delle loro attività su Facebook. Il sospetto è che la società abbia così influenzato le intenzioni di voto di milioni di persone grazie all’uso sapiente di dati personali acquisiti illecitamente all’insaputa degli stessi elettori.