Non ha fatto in tempo a tornare a casa e non compirà tra pochi giorni due anni. Alfie Evans si è spento nella notte, nella sua stanza del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Adler Hey di Liverpool, quasi cinque giorni dopo il distacco delle macchine, dopo mesi passati al centro di una battaglia legale con conseguenze mondiali e il coinvolgimento dell’Italia, della Polonia, della Santa Sede e proprio quando il papà aveva chiesto al mondo silenzio, preghiere e privacy. A darne la notizia i genitori sul gruppo Facebook che in queste settimane è stato il cuore dell’esercito di Alfie: “Il nostro bimbo ha messo le ali stanotte alle 2,30. Abbiamo il cuore spezzato. Grazie a tutti per il supporto”, scrive la mamma Kate. Il papà Thomas aggiunge “Il mio gladiatore ha posato il suo scudo”. Finisce così la sua storia, la storia di una vita breve e intensa, desiderata e amata, che ha saputo coinvolgere e commuovere migliaia di persone e che potrebbe dare il nome ad una legge che nel Regno Unito garantisca ai genitori di minori l’ultima parola su cure e terapie da garantire ai propri figli.