Ecco tutti i muri anti-migranti già innalzati in Europa

09 ott 2021
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Sono passati trentadue anni dalla caduta del muro più famoso, quello di Berlino, ma paradossalmente da allora in Europa le barriere sono aumentate anziché diminuite. All'epoca erano sei in tutto, oggi dieci volte tanto. Un fenomeno che si è accentuato soprattutto a partire dal 2015, in concomitanza con la crisi in Siria che ha spinto oltre un milione di profughi verso il Vecchio Continente. Ora a spaventare è la situazione in Afghanistan, ma non solo, perché i flussi migratori sono ormai un potente quanto cinico strumento di pressione politica a cui sempre più spesso si fa ricorso. L'ultimo è il Dittatore bielorusso Lukashenko, che sta agevolando l'ingresso nel suo Paese ai profughi iracheni, per poi spingersi ai confini con l'Unione Europea. Da qui l'annuncio di Lituania e Polonia di costruire centinaia di chilometri di muro, dopo quelli presenti nei paesi balcanici ai confini con la Russia. È proprio soprattutto nell'Europa orientale che le barriere prolificano, anche tra Paesi membri dell'Unione. Uno dei primi a muoversi è stato il Premier ungherese Orban, che ha fatto costruire 500 km di recinzione alle frontiere con Serbia e Croazia. Da lì un effetto a cascata: l'Austria che ha innalzato muri con la Slovenia, la Slovenia con la Croazia. Grecia e Bulgaria, invece, hanno ora barriere con la Turchia, Paese che pur avendo ricevuto lauti pagamenti da Bruxelles per ospitare i profughi siriani, continua a spingere I migranti verso l'Europa per fare pressioni. Proprio al confine tra Grecia e Turchia lo scorso anno gli agenti di frontiera ellenici sono arrivati a sparare a chi attraversava il confine. E questa estate il Governo di Atene ha fatto costruire una barriera controllata da droni, telecamere termiche e radar. Infine, la frontiera che divide l'enclave spagnola di Ceuta e Melilla dal Marocco: recinzioni e filo spinato finanziati dalla stessa Unione Europea.

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