Se l'unione della sinistra vincerà le elezioni legislative in Francia, chi sarà il primo ministro? La questione non è secondaria. Con il leader della sinistra radicale Melenchon che si aiutocandida, ma viene giudicato troppo divisivo dai tuoi alleati, come l'ex presidente Hollande. Disaccordi che scorrono dietro la linea di un programma condiviso, dalla marcata impronta sociale e in chiave anti estrema destra. Un messaggio condiviso dal mondo dei sindacati e delle associazioni femministe che domenica hanno sfilato a Parigi e in tante altre grandi città francesi per protestare contro l'ipotesi di un governo di estrema destra che temono possa ledere i diritti delle donne e della comunità LGBTQ+. Le tensioni non mancano neppure nella coalizione della maggioranza dove, mentre il Premier Gabriel Attal promette un cambio di marcia nel caso di un buon risultato elettorale, i colpi più duri arrivano dagli amici. Edouard Philippe, primo, primo ministro di Macron e poi fondatore del partito Horizons, alleato in parlamento, critica apertamente la dissoluzione voluta dal Presidente e disegna nelle interviste una nuova alleanza di maggioranza. Anche i ministri di più vecchia data, Bruno Le Maire e Gerald Darmanin, sembrano guardare alle proprie ambizioni personali, tratteggiando già nelle dichiarazioni un nuovo futuro per il centro-destra. Centro-destra che di certo esce ridisegnato da questo voto. Mentre l'estrema destra continua la propria corsa in testa ai sondaggi dicendosi pronta a governare. Lunedì mattina, Jordan Bardella, candidato del partito a diventare primo ministro, presenterà il proprio programma per guidare, quello che chiama un governo di unità nazionale, a una condizione: quella di avere la maggioranza assoluta, non relativa.