Il silenzio durava ormai da troppi giorni, da domenica sera, quando i risultati delle legislative hanno consegnato ai francesi un Parlamento diviso come non mai e una poltrona di primo ministro ancora da assegnare, Emmanuel Macron aveva evitato di esprimersi direttamente, ha preso tempo come non aveva fatto il 9 giugno annunciano nuove elezioni la sera stessa dei risultati delle europee. È mercoledì pomeriggio, già volato a Washington per partecipare al vertice NATO, quando il presidente decide infine di mandare un messaggio ai francesi, una lettera più precisamente, pubblicata dai giornali della stampa locale, in questa lettera Macron chiarisce quella che sembra essere la sua soluzione preferita all'assenza di una maggioranza assoluta in Parlamento, una coalizione che metta insieme tutte le forze repubblicane. Chiede insomma ai partiti moderati, di sinistra come di destra, oltre che al suo e agli storici alleati di Governo, di portare avanti un dialogo sincero per costruire una maggioranza solida, pluralista, per il bene del Paese, mettendo in avanti le idee e non le personalità. Solo una cosa che questo lavoro di mediazione sarà finito, conclude Macron, nominerà un nuovo primo ministro. Insomma nessuna data precisa da segnare in calendario, il messaggio del presidente vuole invitare tutte le forze politiche a un senso comune di responsabilità, ma nasconde anche riferimenti alle difficoltà di questi ultimi giorni, alla sinistra che non riesce a trovare un nome unico per un candidato primo ministro, al suo gruppo e a quello dei repubblicani che mostrano i segni di divisioni, ai partiti estremisti, "La France insoumise" di Melenchon, così come Rassemblement National di Le Pen e Bardella che restano tagliati fuori dallo schema e potrebbero non accettarlo, agli elettori che potrebbero criticare la scelta del presidente di temporeggiare. L'idea di una coalizione ad ampio spettro in Parlamento resta comunque una novità importante nel sistema francese, abituato da oltre 20anni ad accordare presidenza e maggioranza assoluta, tanto che in questo momento tra i corridoi dell'assemblea nazionale, il caso italiano viene talvolta studiato come un modello.