Questa volta ha parlato pochi minuti dopo che la sera del trionfo si era speso per due ore a conversare con i volontari della sua campagna elettorale. Ora è il momento della consacrazione. E la Piazza Rossa ha risposto con un entusiasmo impressionante, colmandosi in ogni ordine di posti e accogliendo decine di migliaia di moscoviti e non solo. Putin si gode il tributo della folla, la massa lo osanna gridando entusiasta, compatta, a una sola voce. Poi torna agli argomenti che gli sono cari: l'operazione speciale in Ucraina, infonde coraggio alla folla, in primavera i suoi obiettivi saranno raggiunti. Il Donbass tornerà come la Crimea nel porto natale. L'evento era organizzato da tempo. Da giorni le strade limitrofe alla piazza erano paralizzato dai controlli, blocchi e transenne sempre più presenti. Il gran giorno doveva essere tutto a posto. Fin dalle prime ore del pomeriggio la metropolitana ha riversato una massa impressionante di persone con il biglietto per la grande kermesse. Poche, però, disponibili a parlare ad una troupe straniera, occidentale. Perfino la naturale simpatia per l'Italia affoga nella diffidenza. Con insistenza troviamo alcuni che rispondono alle nostre domande come questa ragazza. Danil invece non ha alcun dubbio, lo riconosciamo dalla divisa che indossa: è un volontario. Quanto tutto questo rappresenti la realtà del Paese è un dubbio destinato a rimanere irrisolto per molti anni. La folla eterogenea che si è riversata nella Piazza Rossa è venuta solamente per tributare il trionfo a Vladimir Putin. Rappresenta la sua base elettorale. Se c'è una crepa nel consenso non è certo qui che si può trovarla.