John Campbell, membro del Consiglio Comunale di Glasgow, è il nostro Virgilio in un girone dantesco. In un inferno fatto di droga e degrado che si sviluppa già per le vie del centro e che fa sì che Glasgow sia la città col più alto numero di morti per overdose in Europa. Un'emergenza sanitaria che riguarda in realtà tutta la Scozia e che, sottolinea Coll McCail, membro del partito laburista scozzese, i nazionalisti dell'SNP non hanno né risolto ma neanche arginato in 17 anni di governo locale. E questo è uno dei problemi che più peserà anche al voto del 4 luglio. John ci mostra luoghi nascosti, per quanto centrali. Qui corrono a farsi i disperati appena acquistata la droga e in luoghi come questi molti di loro muoiono senza che nessuno possa soccorrerli in tempo. Per questo motivo Glasgow a partire dall'autunno sperimenterà il primo centro dove decine, se non centinaia, di persone al giorno potranno venire a iniettarsi droga sotto supervisione in ambiente igienico e sicuro. Un progetto, ci spiega la responsabile, che ha avuto una gestazione lunga e che ha dovuto superare diverse difficoltà legali e che coinvolge assistenti sociali, agenti di polizia, personale medico. Una sfida importante da vincere per una città piena di energia ma anche piegata da enormi problemi sociali. Glasgow ha condizioni socio-economiche paragonabili a quelle di città come Manchester o Liverpool in Inghilterra. E tuttavia l'aspettativa di vita in questa città è molto più bassa della media inglese ma anche della media scozzese. Il perché non è chiaro ma il fenomeno è conosciuto come "Glasgow effect", l'effetto Glasgow. Una spiegazione precisa e scientifica al fenomeno non c'è ed è sicuramente frutto di una serie di concause. Dato interessante, ci spiega l'esperta, è l'uso altissimo in città di benzodiazepine, ansiolitici contro la depressione usati anche da molti tossicodipendenti. Il loro uso, insieme all'assunzione di sostanze stupefacenti, sarebbe responsabile del 66% del totale di morti per droga in città.