Se i conservatori rischiano quasi l'estinzione, come prefigurano alcuni, non è solo per opera dei laburisti, il colpo di grazia potrebbe arrivare da destra, dal personaggio che meglio di chiunque altro nel Regno Unito incarna tutti i crismi del sovranismo e del populismo, l'uomo che più di ogni altro ha lavorato perché al referendum sulla Brexit vincesse il Leave per poi lasciare agli altri la responsabilità di implementarla, Nigel Farage. All'ottavo tentativo pare proprio che l'istrionico politico, diventato poi commentatore TV, è tornato candidato, nelle ultime settimane, come leader di Reform UK. Questa volta ce la farà ad arrivare alla Camera dei Comuni. La sua candidatura a Clacton raccoglie consensi e li toglie conseguentemente, essenzialmente, ai conservatori. I sondaggi danno Reform solo tre punti dietro il partito di governo del premier Rishi Sunak, oggetto di pesanti commenti razzisti da parte di uno degli attivisti di Reform UK. Il caso, scoppiato grazie ad un'indagine di Channel Four, alimenta nuovi sospetti su una formazione che strizza l'occhio a realtà extraparlamentari di estrema destra come il British National Party che teorizza il razzismo scientifico e personaggi come misogino Andrew Tate. Farage grida al complotto e alla trappola, possibile che qualcuno gli creda, ma quello che proprio britannici non gradiscono sono le possibili giustificazioni al comportamento del presidente russo Vladimir Putin rispetto al invasione dell'Ucraina. In un'intervista alla BBC l'amico personale di Donald Trump ha dichiarato che sono state la NATO e l'Unione Europea a provocare una reazione da Mosca e queste cose inglesi proprio non le vogliono sentire.