Un'immagine che improvvisamente riporta la memoria al 1997 e a un'altra valanga rossa quella del New Labour di Tony Blair. Allora la colonna sonora di quelle elezioni assicurava che le cose potevano solo migliorare ma i tempi della Cool Britannia sono lontani e il Regno Unito di oggi fuori dall'Europa deve fare i conti con tasse a livelli record, una crescita debole, un debito pubblico esploso in 14 anni di governi conservatori. Ne è consapevole Sir Keir Starmer che ricevuto l'incarico di formare il nuovo Governo dal Re Carlo III restituisce nel suo primo discorso il senso di urgenza nel dover ricostruire un Paese mattone dopo mattone. Uno Starmer ben consapevole che nonostante la sua sia una super Maggioranza può vantare un bottino di consensi più basso non solo di quello di Blair ma anche di Jeremy Corbyn l'ex Leader ora espulso dal partito e in Parlamento da indipendente effetti del sistema maggioritario secco. A Starmer spetta ora riunire un Paese stanco e disilluso dalla politica che ha disertato le urne come non accadeva da 140 anni. "Che abbiate votato laburisti o no vi dico direttamente che il mio Governo vi servirà. Abbiamo cambiato il partito laburista, l'abbiamo riportato al servizio del pubblico ed è così che governeremo: il Paese al primo posto, il partito al secondo". Il principale avversario politico Rishi Sunak che porta sulle sue spalle la responsabilità della peggior sconfitta di sempre per il suo partito, nel lasciare Downing Street lo ha definito un uomo perbene animato dallo spirito di servizio. Tra i Tories si aprirà presto la guerra per la leadership tra i pochi sopravvissuti al terremoto politico così come una profonda riflessione la dovranno fare i Nazionalisti Scozzesi, ridotti al lumicino nonostante una voglia di indipendentismo crescente. Ma anche Starmer a dispetto dell'assegno in bianco nelle sue mani sa che non ha tempo da perdere il suo gabinetto è già formato e fatto il inedito, vice e cancelliere sono donne. La cautela nel fare promesse in campagna elettorale dovrà ora lasciare velocemente spazio alla determinazione nel rilanciare il Regno Unito che vede in Reform UK espressione della Destra populista il terzo partito per consensi. All'ottavo tentativo ce l'ha fatta Nigel Farage a entrare in Parlamento e sarebbe un errore ritenerlo un caso o un fatto marginale.