È un anno di anniversari e cifre tonde questo: settanta per Camilla e venti dalla morte di Diana. E se settanta sono già un buon traguardo per fare i bilanci, Camilla non ha vinto, ma stravinto la battaglia con il destino. Conobbe il suo principe nel 1971 a una partita di polo e alla fine lo sposò, ma non prima di risvolti degni di una sceneggiatura hollywoodiana. Sulla sua strada apparve prima una regina, che impose al suo innamorato di piegarsi alla ragione di Stato, e poi una principessa, che a quella si sottomise ben volentieri convolando a nozze, finché non si accorse che in quel matrimonio da sempre erano in tre: lei, lui e l’altra, Camilla, la vera donna del destino di Carlo. Un destino di cui i loro antenati sono stati precursori. La bisnonna di Camilla, Alice Keppel, è stata l’amante di Edoardo VII. Scandali, più o meno rosa, di cui i Windsor sono stati tra i protagonisti indiscussi del secolo scorso. Non ha fatto eccezione l’erede al trono Carlo che si innamorò di una donna senza sangue blu e, quindi, non adatta per la corona d’Inghilterra. Lei troncò la relazione nel 1973 quando sposò l’ufficiale dell’esercito Andrew Parker Bowles da cui ebbe due figli. Solo otto anni dopo la morte di Diana si è potuta sposare con il principe Carlo ma non potrà mai diventare regina. Ha scelto di essere moglie morganatica del futuro re e si è accontentata del titolo di Duchessa di Cornovaglia, rispettando l’eredità dei sudditi di sua maestà di attribuire a Diana il ruolo di principessa del popolo.