Un governo sfiduciato e un bilancio respinto prima di Natale sarebbe qualcosa di estremamente grave. L'avvertimento arriva dal premier francese Michel Barnier mentre aumentano le voci di un imminente caduta dell'esecutivo a neanche tre mesi dal suo insediamento. Il primo ministro traccia un quadro fosco prevedendo gravi turbolenze sui mercati finanziari in un momento in cui la Francia è indebitata a tassi che sono quasi alla pari con la Grecia. Citare lo spettro del rischio Grecia non è casuale poiché è uno dei traumi più dolorosi vissuti dall'Unione Europea. In Francia, sono momenti delicati: il crollo del governo e la bocciatura della legge di bilancio sarebbero un brutto colpo per l'economia. Davanti alla minaccia di una potenziale coalizione dei suoi avversari, il primo ministro ha cercato di minimizzare. Non c'è nessuna mossa intorno a me, c'è bensì un dibattito difficile. Probabilmente Barnier utilizzerà l'articolo 49.3 della Costituzione per approvare la finanziaria 2025, nessun voto parlamentare ma la possibilità di votare la fiducia al Governo. A quel punto, tutto dipenderà dalle decisioni di Marine Le Pen. Il Rassemblement National ha già agitato la minaccia di far cadere il Governo, considerando inaccettabili una serie di misure contenute nella finanziaria. In particolare, l'aumento della tassazione sulla elettricità e la deindicizzazione delle pensioni in linea con l'inflazione. L'estrema destra potrebbe votare a favore di una mozione di censura già annunciata dalla coalizione di sinistra. Sembra che siano in corso negoziati per trovare una mediazione ma l'incertezza è totale e il nervosismo è alle stelle. Il Governo Barnier si regge sui voti della Destra con la lista dei macronisti e sull'astensione dei 125 deputati e del Rassemblement National primo partito all'Assemblea Nazionale. Secondo Le Parisien, lunedì Macron avrebbe detto: il Governo cadrà, Le Pen voterà la censura e prima di quanto si pensi.