La Siria è pronta ad attaccare i miliziani dell’Isis in fuga da Mosul che tenteranno di entrare nel territorio siriano. “Qualsiasi tentativo sarà considerato come un attacco alla nostra sovranità e contrastato con tutta la forza e i mezzi a disposizione”, questa è la minaccia dei vertici militari di Damasco, che accusano i sostenitori del terrorismo internazionale, i primi fra tutti gli USA e l’Arabia Saudita, di voler creare un corridoio per far arrivare oltre frontiera i jihadisti in fuga da Mosul. “Questo piano maligno – dicono – sarà contrastato con durezza”. Sul campo intanto la situazione è pesante: sarà lunga e sanguinosa la battaglia di Mosul, da due anni roccaforte dell’Isis nel nord dell’Iraq. Qui le forze irachene, coadiuvate dalla coalizione internazionale, cercano di strappare alle forze del Califfato la città. Dopo una giornata di violenti scontri, raid aerei, attacchi con l’artiglieria pesante e attentati da parte dell’Isis, oggi rallenta l’offensiva dei peshmerga, che partecipano alla battaglia di liberazione da est, mentre le truppe irachene sono posizionate sul fronte sud e sud orientale. I combattenti curdi sono, comunque, dispiegati anche a nord e rivendicano di aver messo in sicurezza un tratto significativo della strada che collega Arbil a Mosul. Fa discutere l’annuncio da parte dell’aviazione turca di avere un accordo in linea di principio con la coalizione internazionale per partecipare ai bombardamenti sulla città irachena nell’ambito della campagna di liberazione. Stamani il Premier turco aveva affermato che anche aerei turchi avevano già compiuto raid su Mosul. Poche notizie filtrano dalla città sotto assedio, dove sono intrappolati un milione e mezzo di civili. Si sa solo che sono comparse delle scritte sui muri contenenti slogan che incitavano a una rivolta popolare, proprio mentre iniziavano le manovre militari anti-Isis. Da parte loro, i miliziani jihadisti si sono limitati a lanciare messaggi di avvertimento alla popolazione, accusando gli autori di queste scritte di non sostenere lo Stato islamico e di consentire agli infedeli di attaccare la città. Quanto al fronte siriano, la Russia annuncia che ad Aleppo, il 20 ottobre, scatterà, dalle 8 di mattina fino alle 16, una pausa umanitaria per evacuare i malati e i feriti, nonché per il ritiro dei miliziani.