"Non posso. Non posso dirvi la mia opinione perché qui la situazione è molto difficile". Da Tiraspol in Transnistria questa ragazza si è rifugiata in Gagauzia per la crescente tensione. Regione autonoma della Moldavia, 156.000 abitanti compresa Comrat, il capoluogo con la cattedrale ortodossa dorata. Qui si parla, si pensa russo e le opinioni contro non sono ben viste. La propaganda è battente, ce lo spiega uno degli attivisti dell'ONG Nocta. Oltre le insegne di questo palazzo, gli studi di una Tv indipendente, il cui obiettivo è promuovere trasparenza e controbilanciare. "Controbilanciamo la propaganda russa che qui è molto diffusa. La TV russa ha accesso illimitato e grande influenza qui in Gagauzia. Sostengono che stanno liberando gli ucraini dai nazisti e dai fascisti e le persone ci credono. Semplicemente promuovono l'idea che la Russia sia un grande attore geopolitico e che abbia il diritto di imporre le sue regole e la sua politica in questa particolare regione. Questa è la triste realtà. E Putin probabilmente qui riceverebbe quel che si aspettava di ricevere in Ucraina: dei fiori". Parole forti, che trovano conferma non solo nel dominio dei caratteri cirillici ma anche nelle parole dei ragazzi più giovani. "Qui l'80% delle persone, e forse oltre, starebbero con la Russia. E anche io. Le persone qui sono a favore della Russia. A me non piace la guerra, a nessuno piace. Nessuna delle persone semplici, come me, vogliono la guerra. C'è della verità, i nazisti ci sono, ma esistono ovunque. I nazisti sono solo un pretesto". Lei che dalla Repubblica autoproclamata della Transnistria si è rifugiata qui da amici, sorride per non parlare ma c'è un pensiero che non si può trattenere.