Cresce la preoccupazione per la fuga di gas negli impianti Nord Stream 1 e 2 che fa ribollire il Mar Baltico. Lo si legge tra le dichiarazioni della NATO, dopo che la Svezia ha individuato una quarta falla poco lontano dalla prima. Altre due fughe erano state segnalate nei giorni scorsi dalla Danimarca, in seguito a delle esplosioni. Tutte le informazioni disponibili indicano che la massiccia perdita di gas è il risultato di atti di sabotaggio deliberati, ancora secondo l'alleanza Atlantica. Lo scambio di accuse tra la Russia e gli Stati Uniti monta con le ore. Mosca ha annunciato la volontà di aprire un'inchiesta internazionale. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha avanzato l'ipotesi di un attacco terroristico che potrebbe coinvolgere uno stato straniero, rigettando le accuse degli Stati Uniti e non solo. Il sabotaggio non si può escludere, le ipotesi più accreditate sono il colpo di un sommergibile, di un drone marino o scariche di TNT. Ma le condizioni critiche non consentono di avvicinarsi ai gasdotti. Il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha parlato del tentativo di destabilizzare l'approvvigionamento energetico in un periodo già molto delicato. Secondo i servizi di sicurezza della Germania i tubi potrebbero essere inutilizzabili per sempre. Il Cremlino oggi dichiara di non essere in grado di fornire valutazioni per ragioni tecniche. L'ecosistema soffre, le autorità ambientali tedesche evidenziano i danni. Il metano è molto pericoloso per l'atmosfera, ancor più che per il mondo marino. Stress test verranno effettuati sulle infrastrutture più critiche dell'Unione Europea, per verificarne la resistenza. Lo ha deciso la presidente della Commissione Europea von der Leyen. L'obiettivo è potenziarli per evitare disastri come questo.























