Gli attacchi non arrivano solo dall'alto, in Ucraina non solo bombe o esplosioni, la guerra di logoramento arriva anche con attacchi alle infrastrutture per minare le risorse nel profondo. Per questo la Russia prende di mira l'industria energetica del paese. "La situazione è difficile", dice il ministro dell'energia, tecnici al lavoro e conseguenze ancora da quantificare, confessa, ma situazione complicata. È solo un altro modo di combattere, non sul campo, non direttamente. Proprio sul campo invece ad essere colpite da quello che viene definito un massiccio attacco russo sono 15 regioni ucraine, morti, feriti e ancora una volta danni alle infrastrutture, il numero delle vittime è salito, anche Kiev è stata colpita pesantemente. Dopo l'introduzione nella capitale del blackout di emergenza anche i mezzi si sono fermati, trasformando così almeno quattro stazioni della metropolitana in rifugi. Da Kramatorsk poi la conferma della morte di un consulente della sicurezza dell'agenzia Reuters, un 38enne britannico. Per il presidente Zelensky avanzare nella regione russa del Kursk resta al momento prioritario, "andare avanti senza mai abbandonare i tentativi di mediazione, ma non ad ogni costo", questo è il messaggio che invia presidente chiaro e forte, sì a passi diplomatici di sostanza, ma non a discapito del 30% del territorio, quel Donbass occupato da Mosca. Kiev lancia poi un altro allarme, la Bielorussia ammasserebbe truppe al confine Nord. Su questi movimenti di guerra e di potere si alza la voce di Papa Francesco durante l'Angelus in merito alla recente decisione di Kiev di mettere al bando la chiesa ortodossa, legata al patriarcato di Mosca, dice: "non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna chiesa cristiana perché chi prega veramente prega sempre per tutti".