Guerra in Ucraina, colpito ospedale pediatrico a Mariupol

09 mar 2022
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"Vergogna." È l'unica parola che possono suscitare queste immagini. Il bombardamento del reparto pediatrico di Mariupol, resterà nella memoria come uno degli oltraggi più gravi che questa guerra sta facendo alla gente dell'Ucraina. Doveva esserci il "cessate il fuoco" per evacuare i civili e invece, dal cielo, sono piovute le bombe che hanno devastato il reparto maternità di una città già in ginocchio da giorni di assedio. Scene di una devastazione incredibile, voragini delle esplosioni nel giardino davanti all'ospedale, ma l'intero edificio è distrutto, sia esternamente che internamente. 17 i feriti e tra questi, per fortuna, nessun bambino, questo il primo bilancio. Il Governo della città accusa la Russia di genocidio e fornisce le prime stime delle vittime: finora sarebbero stati uccisi 1.170 persone e solo oggi ne sarebbero state sepolte 60 in una fossa comune, perché gli obitori sono stracolmi. Le strade sarebbero costellate di corpi morti. In città mancano cibo, acqua, elettricità e gas: una situazione da Medioevo. Il Presidente Zelensky accusa i russi e il mondo: "È atroce. Per quanto ancora il mondo sarà complice, ignorando il terrore? Chiudete i cieli ora, fermate gli omicidi, ne avete il potere, ma sembra che voi stiate perdendo umanità." Questo orrendo bombardamento è arrivato mentre era in corso un "cessate il fuoco" per permettere i corridoi umanitari per evacuare i civili che sono ancora intrappolati a Kiev, Kharkiv, Chernihiv, Sumy e appunto Mariupol. Corridoi che hanno funzionato in maniera intermittente. Nel pomeriggio, il Consiglio Comunale di Bucha, alle porte di Kiev, ha fatto sapere che le forze russe hanno bloccato l'evacuazione tramite il corridoio concordato. 50 autobus sono stati fermati nel parcheggio, i militari russi non hanno fatto passare la colonna. Ha funzionato invece l'evacuazione da Irpin, dove la popolazione ha vissuto giornate terribili sotto i bombardamenti e senza connessione internet, quindi senza informazioni, come a Mariupol, l'unico passaggio è una stretta passerella sotto un ponte distrutto dagli ucraini per fermare l'avanzata russa, da qui, il flusso è continuo. Aperto anche il corridoio di Sumy, mentre Kharkiv, la seconda città del Paese da cui sono già fuggite almeno 600mila persone, è tornata oggi sotto ai bombardamenti, proprio mentre era in corso l'evacuazione da Izyum, che anche qui si è dovuta interrompere. Questa la situazione sul campo, c'è poi tutto il lavorio diplomatico per porre fine alle ostilità. Il terzo giro di colloqui tra Russia e Bielorussia, ha portato alla farsa di questi corridoi umanitari. Oggi ne è stato annunciato un quarto. Domani invece ad Antalya, si incontreranno il Ministro degli Esteri russo Lavrov e quello ucraino Kuleba. Mai finora, dall'inizio della guerra, c'è stato un contatto diretto a così alto livello. Ma la premessa non sembra troppo positiva, i russi, infatti, continuano a far sapere che le loro condizioni sono sempre le stesse: cioè il riconoscimento della Crimea, dell'Indipendenza di Donetsk e Luhansk e la neutralità e demilitarizzazione dell'Ucraina. L'Ucraina è disposta a trattare solo sulla propria neutralità ma non su concessioni territoriali. Vedremo se i russi saranno effettivamente disposti alla trattativa o se vorranno invece solo imporre le proprie condizioni.

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