L'offensiva russa prosegue su quasi tutte le città ucraine nonostante le trattative e l'annuncio di Mosca di un cessate il fuoco nella città di Mariupol per l'evacuazione dei civili. Cessate il fuoco solo sui percorsi umanitari e non in città, accusa Kiev, con il porto sul Mar d'Azov ancora interessato dai combattimenti, con i russi che reclamano il dominio sulla città. Bombe anche sulla zona di Charkiv, ormai diventata nuovo obiettivo per l'aviazione russa dopo i bombardamenti a tappeto nei primi giorni dell'invasione. I missili colpiscono Donetsk e Lugansk e anche la capitale non resta illesa anche se le truppe di Kiev riconquistano villaggi ad ovest sfruttando anche l'apparente ritirata russa. Ritirata che per la NATO sembra più una riorganizzazione delle truppe, un avvicendamento con quelle presenti in Bielorussia in vista anche di una pressione maggiore sulla zona del Donbass, come ipotizzato dal Presidente Zelensky. Truppe russe che, secondo l'Ente nucleare ucraino, iniziano a lasciare anche la centrale di Chernobyl. Lo stesso Ente conferma il fatto che i soldati russi, scavando trincee intorno alla centrale, sarebbero stati esposti alle radiazioni. Continua invece la controffensiva Ucraina sulla zona di Cernihiv e su Kherson, al momento sotto il controllo russo. Ed è proprio qui che Mosca vorrebbe proporre un referendum per l'indipendenza dall'Ucraina e creare una repubblica sul modello di Donetsk e Lugansk. E intanto sembra sempre più improbabile una fine della guerra il 9 maggio, data trapelata dal Ministero della Difesa russo. A lasciarlo intendere è la firma di Vladimir Putin su un decreto per coscrivere 134mila giovani, tra i 18 e i 27 anni, fino a metà luglio.