La Turchia, importante membro della NATO, continua nel suo lavoro di mediazione tra Russia e Ucraina, puntando nell'immediato a risolvere una situazione potenzialmente esplosiva per centinaia di milioni di persone nel mondo: il blocco del grano ucraino. Ankara si offre di traghettare le navi al sicuro, lontano dai porti ucraini pieni di mine. Nell'incontro che si è tenuto tra il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu e il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, quest'ultimo ha però rovesciato su Kiev le responsabilità del fatto che il grano si fermi nei porti. "Guardate, inoltre, la dichiarazione di Zelensky che parla categoricamente di opporsi anche agli sforzi di sminamento dei porti. Quindi la palla ora spetta a loro". Da Mosca, poi, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, è intervenuto ricordando che il grano russo su cui attualmente molti Paesi fanno affidamento è sottoposto a sanzioni internazionali. Immediata la risposta del Ministro degli Esteri ucraino Kuleba, che ha ricordato che se si rischia una crisi umanitaria è a causa dell'aggressione russa e non delle sanzioni. Nonostante la situazione sembri tutt'altro che risolta, Cavusoglu si è mostrato ottimista, sostenendo che una ripresa del negoziato per arrivare a un cessate il fuoco è possibile. Ankara punta a un tavolo con Turchia e ONU come mediatori. Tra le due parti Lavrov però di nuovo frena, soprattutto sulla possibilità che i due Presidenti, Putin e Zelensky, si possano incontrare. "Da aprile stanno costantemente cambiando le proprie opinioni, le proprie idee".