"Pausa tecnica" e rinvio di 24 ore. Il fronte negoziale su cui si appuntano tutte le speranze della comunità internazionale di arrestare la guerra, si ferma. Il quarto round dei negoziati, on-line, tra ucraini e russi, parte in salita, anche perché le trattative sono state brevi. Questo non significa nulla, ma è anche vero che è difficile capire cosa stia succedendo se si mettono solo in fila tutte le dichiarazioni. Da un lato le prese di posizione ottimistiche, a partire dal Presidente Zelensky, che ha ribadito la richiesta di cessazione delle ostilità e ritiro delle truppe russe, apprezzando, per certi aspetti, il cambio di atteggiamento di Mosca. Ilhor Zovkva, Consigliere del Presidente, aggiunge che la Russia non ha dato ultimatum, né ha chiesto la resa ucraina. Sulla stessa linea, il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che ha sottolineato come non è mai stata esclusa la possibilità di un dialogo diretto tra Putin e Zelensky. Poi, però, ci sono le inevitabili inversioni di rotta. Sempre Lavrov, a colloquio con l'omologo qatariano Al Thani, aggiunge che se da un lato c'è attenzione sui corridoi umanitari, affermazione smentita dalla cronaca, bisogna anche chiarire che l'Ucraina non potrà mai rappresentare una minaccia per la Russia, sottintendendo che la questione dell'ingresso di Kiev nella NATO è cruciale. Infine, mettendo in fila tutte le parole, non si possono neanche trascurare quelli del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che ha precisato come non esista una data per la fine dell'operazione, come viene chiamata la guerra in Ucraina e non si escluda il controllo russo delle città ucraine. Allude al Donbass o altre? Da vedersi. Se da un lato è difficile raccapezzarsi in un simile groviglio di dichiarazioni, dall'altro non si può non cogliere una sorta di fil rouge che accomuna tutte le posizioni. Cioè accumulare il massimo vantaggio possibile, sia sul tavolo che sul campo, prima di siglare qualsiasi accordo. Per ora il massimo risultato possibile è far sedere al tavolo Zelensky e Putin. Prima che ciò accada, entrambi devono guadagnare terreno.