È davvero difficile stare dietro a Zelensky. Tra video, interventi, un appello e una denuncia, c'è però spazio anche per un'apertura a Mosca: ha cambiato atteggiamento, dice, vedo dei negoziati possibili. Questo non significa essere arrendevoli, tutt'altro. Nella fitta agenda di contatti del Presidente ucraino, c'è infatti da segnalare pure la telefonata con il Premier israeliano Naftali Bennett, che aveva proposto la resa del Presidente, in cambio della cessazione delle ostilità. Una capitolazione che Zelensky ha respinto al mittente. Sull'altro versante, quello russo, bisogna dire che non c'è una linea chiarissima. Caute apertura, come quelle di Putin, che nell'incontro con Lukashenko, sostiene di avere segnali incoraggianti dai negoziati, smentiti dagli stessi ucraini, poi probabilmente, esasperato dall'isolamento internazionale, inverte bruscamente la rotta e affida al Viceministro degli Esteri Ryabkov, il compito di recapitare un messaggio che suona come un ultimatum: male ha fatto l'Occidente a sostenere l'Ucraina. Sappia, che da ora in poi, i convogli stranieri che trasportano aiuti militari a Kiev, saranno considerati obiettivi da attaccare. E qui corre un brivido, con il reale rischio espansione del conflitto. Aggiunge che la guerra economica, scatenata da Stati Uniti ed Europa, avrà conseguenze gravi e che anche Mosca sta preparando una lunga lista di misure ritorsive. Poi, dopo aver cassato il timore di una Terza Guerra Mondiale come una guerra di nervi, tutta dell'Occidente, si mostra possibilista sul dialogo con gli Stati Uniti. Anzi, ribadisce, che un canale è sempre aperto, anche se non si tratta, nello specifico, dell'Ucraina. Insomma, l'unica sensazione è che Putin cerchi di rassicurare l'opinione pubblica o i sempre più bistrattati oligarchi e che proceda con un passo avanti e due indietro. In tutto questo, precipita, è proprio il caso di dirlo, la dichiarazione di Dmitry Rogozin responsabile del programma spaziale russo, il quale paventa il rischio che l'ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, possa cadere a causa della mancanza di fondi. Ipotesi improbabile, ribattono gli scienziati, ma fa riflettere il fatto che fra i tanti luoghi in cui potrebbe precipitare, viene esclusa la Russia.























