Qualcosa si sta muovendo nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti. Piccoli segnali che fanno pensare o meglio sperare alla possibilità che si apra un negoziato serio che possa portare almeno ad una tregua in Ucraina. Primo: il portavoce di Putin, Peskov, invece di accusare Washington ha detto che la sua amministrazione potrebbe aiutare a convincere Zelensky a trattare. Secondo: i vertici dell'intelligence americana e russa si sono visti in Turchia per parlare della rinuncia a qualsiasi minaccia nucleare e delegazioni russe e americane si incontreranno, in Egitto a fine mese, per rinnovare il trattato di disarmo di missili a medio raggio. Terzo: il Capo di Stato Maggiore Usa, Milley, ha parlato dell'inverno alle porte come stagione utile per una tregua e per l'inizio di negoziati, aggiungendo in maniera molto esplicita: la probabilità di una vittoria militare ucraina, ovvero che i russi siano cacciati da tutto il Paese inclusa la Crimea, non è alta. Forse è possibile una soluzione politica. A questo va aggiunto l'apprezzamento manifestato dal Cremlino per la maniera misurata in cui gli americani hanno reagito all'incidente del razzo in Polonia. I rapporti sul campo si stanno intensificando e questo lo confermano anche fonti Nato qui a Bruxelles. Ed è la stessa situazione sul campo di battaglia, ora un po' di stallo, a favorire il dialogo. Del resto le vittorie di Kiev nelle ultime settimane possono aver convinto Mosca ad un atteggiamento più aperto. Ma le stesse vittorie fanno temere a Stati Uniti e Occidente che l'Ucraina, incoraggiata, voglia provare ad andare fino in fondo ancora per molti mesi. Bisognerà quindi eventualmente fare i conti con la volontà ucraina, Governo e opinione pubblica cui difficilmente si potrà imporre una pace.























